Ipocondria transitoria

La malattia come occasione di incontro con noi stessi

“Prima di guarire qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare.” Ippocrate

La malattia ci pone in una situazione dolorosa e incerta in cui doverci per forza adattare a qualcosa che ci è sconosciuto e per cui spesso ci sentiamo impotenti. Per questo è così importante riuscire a trovare un medico che ci ascolti veramente, per riuscire a creare un’alleanza terapeutica e far si che anche la cura proposta venga seguita scrupolosamente e non interrotta. Un rapporto di fiducia con il medico ci aiuta a sentirci un pò più in controllo del nostro corpo e della nostra salute e quindi ad essere più collaborativi con la cura e meno richiedenti. Nella posizione asimmetrica di dipendenza dal medico si torna ad essere passivi, più facilmente spaventati e insicuri e quindi spesso nella posizione di vittime bisognose di attenzione e rassicurazione.

Eppure è nella malattia che abbiamo la possibilità di interrogarci perché improvvisamente ci troviamo a contatto con le nostre fragilità. Nella malattia ci possiamo sentire fragili, forse soli, impotenti, senza potere e controllo sulla nostra vita, senza difese, in balia di qualcosa che non dipende completamente da noi e che non possiamo controllare. Riuscire a stare nella fragilità della malattia, anche se faticoso, ci può dare la possibilità di confrontarci con le nostre ombre psichiche. Spesso l’animo ferito si esprime in un corpo malato e quanto più rimuoviamo l’ombra, tanto più essa ci farà ammalare. Se invece di sforzarci di distrarci e riempirci di impegni ci fermiamo ad ascoltarci, potremmo capire cosa desideriamo, di cosa abbiamo veramente bisogno per alleviare il nostro dolore. Anche la sola consapevolezza può essere guaritrice. Certi pensieri più vengono allontanati e rimossi, più agiscono all’interno di noi stessi e ci trasformano.

Si tratta di lasciar andare i pensieri, fare il vuoto in testa, non focalizzarsi su niente in particolare, per riuscire a creare nuove connessioni cerebrali che servono a trasformarci e a non ripercorrere sempre gli stessi tragitti mentali che rischiano di farci ammalare. Quando guariamo, se nel frattempo non abbiamo sfruttato questo dolore per incontrare noi stessi e le nostre fragilità, torniamo ad essere noi, con tutte le nostre difese. Torniamo ad erigere i muri che sembrano renderci potenti, con pieno controllo, a sentirci autosufficienti e invulnerabili. Ancora una volta non abbiamo più bisogno di nessuno, ma spesso il contatto con noi stessi è perso o nuovamente interrotto.

Dott.ssa Roberta Daminelli
Psicologa Psicoterapeuta a Bergamo (BG)

Ambiti d'intervento

  • Alta sensibilità
  • Miglioramento di autostima e rapporto con il corpo
  • Disturbi psicosomatici e somatoformi
  • Sostegno psicologico a persone affette da patologie mediche acute o croniche
  • Consulenza e sostegno psicologico
  • Sostegno e consulenza per la seconda e terza età
  • Problematiche relazionali e affettive
  • Disturbi dell’ansia e dell’umore
Dott.ssa Roberta Daminelli

Psicologa Psicoterapeuta

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